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Nell’epoca della massima esaltazione della trasparenza, la segretezza sembra, a volte, faticosamente tollerata dall’ordinamento, tanto da essere persino considerata una componente antidemocratica del potere. Sono molte e diverse le forme di segretezza che, tuttavia, (r)esistono saldamente negli ordinamenti europei come forma di contropotere a difesa di interessi pubblici e privati di rilevanza costituzionale. Fatta eccezione per la disciplina del segreto di Stato e, in parte, per le “classifiche” di segretezza, l’ordinamento non stabilisce specifiche forme e tecniche di tutela della segretezza, né tantomeno ne delinea con nettezza il rapporto con il diritto di difesa in giudizio.

Se da una parte l’ordinamento deve proteggere il cittadino dall’incontrollata circolazione di dati che lo riguardano, allo stesso tempo deve tutelare anche gli organi del potere pubblico dalla diffusione, spesso altrettanto incontrollata, di notizie per soddisfare un bisogno di informazione pubblica spesso ossessivo e dannoso. Il tema è tornato, anche in ragione di certe recenti vicende giudiziarie, al centro del dibattito, politico e giuridico, sia nel processo amministrativo che quello penale, tanto che è stata di recente avanzata la proposta di introdurre una nuova figura di “responsabile del segreto” per ciascuno dei segmenti di sviluppo delle attività investigative e di indagine. Si tratta di un soggetto che dovrebbe proteggere il regime di segretezza delle indagini dalle possibili “fughe di notizie” che ne possano pregiudicare lo svolgimento. Il tema del rapporto tra segreto e potere giurisdizionale si presta dunque ad una nuova riflessione anche di tipo interdisciplinare.

 

Sabrina Tranquilli è ricercatrice (di tipo b) presso l’Università degli studi di Napoli “Parthenope”, abilitata alle funzioni di professoressa associata in diritto amministrativo.

Dopo aver conseguito il Dottorato di ricerca ha svolto attività didattica e di ricerca in Italia e all’estero. Nel 2019 le è stato conferito, da parte dell’Associazione nazionale dei professori di diritto amministrativo, il premio per la ricerca “Rapporto pubblico-privato nell’adozione e nel controllo della decisione amministrativa robotica”, poi pubblicato sulla Rivista Diritto e società.

La sua attività di ricerca si concentra nei settori del diritto amministrativo e della giustizia amministrativa anche comparata, ambiti in cui è autrice di diversi saggi e articoli scientifici. È autrice di due monografie: “Il Malum discordiae del potere amministrativo. Contributo allo studio dei conflitti e delle liti tra Pubbliche Amministrazioni” (2022) e “Il segreto in giudizio. Contributo allo studio del rapporto tra diritto di difesa e tutela della segretezza nel processo amministrativo” (2023), entrambe edite da Editoriale scientifica.  È componente di diverse associazioni scientifiche e partecipa ai comitati editoriali di alcune riviste di settore.

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